Gli Itinerari

Home Page » Itinerari » Alla scoperta delle Case Torri

ALLA SCOPERTA DELLE CASE TORRI
Santa Maria del Gisuolo, Costamezzana, Noceto, Varano Marchesi, Montemanulo, Pieve Cusignano

Questo itinerario consente di visitare luoghi di particolare fascino nelle immediate vicinanze dell'Antico Borgo. La prima tappa è la Chiesa di Santa Maria del Gisuolo, dove si narra della presenza dei templari; si prosegue per i Castelli di Costamezzana e Noceto, per finire con la scoperta delle 'case torri', autentica particolarità di questa zona. Osservare il tramonto da Case Mezzadri o da Monte Manulo è un'esperienza emozionante.
Km. 60 - Tempo di percorrenza: 2 ore, oltre le soste.
Dall'Antico Borgo di Tabiano scendi lungo la strada che in direzione Est porta a Fidenza. Al bivio dopo circa 1,5 kmsvolta a destra; lunga discesa fino a fondo valle, quindi prendi ancora a destra la strada provinciale .direzione Noceto, trovando quasi subito alla sinista Santa Maria del Gisuolo.
  • SANTA MARIA DEL GISUOLO [Approfondimento]

    Complesso abitativo di origini molto antiche; sorto lungo la via Franchigena probabilmente ad opera dei cavalieri Templari, per ospitare i pellegrini diretti a Roma.

    Convento degli Agostiniani per molti secoli, conteso tra le Diocesi di Fidenza e Parma.

    La piccola chiesa a tetto di capanna ed il campanile a vela, con la sue strutture lineari e severe, le mura in pietra, la sua collacazione lungo il rio Rovacchia, rieccheggia ancor oggi i tempi antichi.

    Sulla destra della chiesa si ergono edifici in pietra, nel mezzo dei quali si evidenzia un'antica casa torre.
Prosegui sempre diritto, stando molto attento alla curva, poichè la strada proveniente da Pieve Cusigano ha la precedenza. Passato il torrente Parola, poco dopo il Cimitero, ad una curva sulla destra trovi un'indicazione stradale per il Castello di Costamezzana.( a 1,5 Km. dal bivio)
  • COSTAMEZZANA - IL CASTELLO [Approfondimento]

    Originario dell'XI secolo, posseduto prima dai Tavernieri, poi dai Pallavicino. Nel 1268, con la caduta di Uberto il Grande, passa al Comune di Parma, ma nel 1374 ritorna ai Pallavicino, che costruiscono un imponente fortilizio, dotato di fossati e possenti mura.

    Semidistrutto nel 1403 dopo reiterati assalti della rivale famiglia Rossi, nel 1445 è dato in feudo dai Visconti al Capitano di ventura Piccinino. Ben presto rientra nell'alveo dei Pallavicino, che lo possiedono fino al 1600, quando lo cedono al Comune di Parma.

    Nel 1706 i Farnese lo erigono a Marchesato, assegnandolo a Benedetto Mischi, governatore di Parma, il quale a sua volta le vende alla famiglia Barbieri, tutt'ora proprietaria.

    Dell'originaria costruzione rimangono interessanti testimonianze: la torre rotonda, parte delle mura esterne, il mastio a base quadrata, che sovrasta la struttura a forma di triagolo isoscele, la anticissima chiesetta, oggi adibita ad usi civili, già elencata nel rotulus decimarum del 1230.
Lasciato il Castello, ritorna sulla provinciale, verso destra, e giungi in breve a Costamezzana.
  • COSTAMEZZANA - IL PAESE [Approfondimento]

    A mezza costa di un poggio (di qui il nome), è raccolta attorno alla chiesa parrocchiale, insieme l'Ostello per i pellegrini. Conosciuta nel medioevo come un luogo di ristoro e di accoglienza lungo il percorso della via Francigena.

    Il paesaggio circostante è incantevole: agglomerati abitativi sparsi nella campagna, dove l'agricoltura rimane ancora l'attività principale e l'alternarsi delle colture forma uno splendido mosaico colorato, che muta di stagione in stagione.

    Nel territorio sono state scoperte alcune terramare, piccoli villaggi di capanne sorti durante l'Età del Bronzo per opera dei primi popoli scesi dalle Alpi per abitare le valli del Po.
Da Costamezzana raggiungi in direzione Nord, la Provinciale, la prendi a destra, scendi serpeggiando in una forra; risalito, giungi ad un laghetto sulla sinistra con una osteria accanto; non proseguire per la provinciale, ma svolta subito a sinistra per una strada serpeggiante,che in pochi chilometri porta a Noceto.
  • CASTELLO DI NOCETO [Approfondimento]

    La fondazione del castello risalirebbe all'XI secolo, ma i primi documenti sono dell'inizio XIII. L'attuale struttura è del XV secolo, probabilmente per opera dei Rossi, con merlatura ghibellina. Agli angoli tre torri delineano la cinta muraria.

    Le sue vicende sono molto travagliate, in balia di numerosi contendenti.

    Occupato dai guelfi di Parma nel 1247, feudo di Oberto Pallavicino il Grande nel 1249, distrutto più volte e più volte ricostruto: dai guelfi nel 1266, da Gilberto Sanvitale nel 1345.

    Nel 1417 ritorna ai Pallavicino, ai quali subentrano i Rossi e nel 1498 i Sanvitale. Questa famiglia lo possiede fino al 1612, quando il feudo viene confiscato, in occasione della congiura contro i Farnese.

    I Sanvitale rimangono tuttavia proprietari del castello, insieme ai conti Dalla Rosa fino ad epoca recente, quando viene acquisito dal Comune di Noceto, che loha ribattezzato " Castello della Musica" e lo utilizza come luogo di eventi.
Da Noceto prosegui per la Provinciale SP 357 in direzione Sud verso Fornovo; giunto al bivio della Cornaccina (6 Km) gira a destra in direzione Cella e, lungo la graziosa valle del Recchio arrivi a Varano Marchesi.
  • VARANO MARCHESI [Approfondimento]

    Il nome deriva dai Marchesi Pallavicino, che lo ebbero in feudo dall'Imperatore Federico II° a Pisa nel Maggio 1249, insieme ad altri possedimenti della zona.

    Le prime notizie del villaggio risalgono molto addietro, contenute in un diploma dell'imperatore Ottone II al Vescovo Gotifredo con la dicitura "Ecclesiam Sancti Georgii positam in loco qui dicitur Variano", in data 18 Luglio 981.

    La attuale Chiesa parrocchiale risale invece al XVII secolo, con successive modifiche nel coro e nella facciata.
  • IL CASTELLO [Approfondimento]

    Sono rimasti pochi ruderi, raggiungibili attraverso un suggestivo sentiero panoramico.

    Costruito sulle "Ripe di S. Biagio", che quasi strapiombano sulla destra del torrente Recchio, è ricordato già nel XIII secolo.

    Proprietà dei Pallavicino fino al 1782, passa ai Bergonzi, poi al Ducato di Parma, che lo lascia in completo abbandono.
  • IL PALAZZO [Approfondimento]

    Si trova in paese, sulla sponda sinistra del torrente Recchio. La parte più antica è la torre, costruita forse ancor prima del Castello, al quale sarebbe stata collegata con una galleria.

    A questa primitiva costruzione se ne aggiunsero altre, grazie alla famiglia Pallavicino, che in questo luogo passava in tranquillità buona parte dell'estate.
Prosegui lungo una tortuosa strada in forte salita (SP 54), in mezzo a boschi rigogliosi, con indicazione Case Mezzadri, fino al valico omonimo, che divide la val Recchio dalla val Parola.
  • VALICO CASE MEZZADRI [Approfondimento]

    Molte volte ho ammirato, sul far della sera, il tramonto ed il panorama che spazia sulle due valli ed ho assaporato i saporiti piatti casalinghi preparati con amore all' Osteria della Bruschetta.
Scendi nel mezzo di un paesaggio molto suggestivo, impreziosito da antiche case in pietra. A fondo valle gira a destra in direzione Pieve Cusignano. Un chilometro prima dell'abitato, poco dopo il caseificio, a sinistra trovi la freccia per Monte Manulo, che raggiungi dopo una breve, ma aspra e tortuosa salita tra campi e vigneti.
  • MONTE MANULO [Approfondimento]

    Antico patronato della Famiglia Oddi, come risulta dal documento notarile del settembre 1203, che indica la località "pertinentis Cusiniani" ed "Albertus Oddi" fra i testimoni del rogito.

    Su questo colle sorgeva un castello Pallavicino, distrutto dai Parmensi nel XIII secolo al tempo di Uberto il Grande e non più ricostruito, tanto che oggi non esiste alcuna traccia.

    Fino alla seconda metà del XVI secolo vi era l'"Oratorium S. Iacobi in terra de Montemanulo"; ne rimase un ricordo fino agli anni settanta del XX secolo, quasi al limite della salita, un bel pilone con l'immagine di San Giacomo.
  • SANTUARIO DELLA MADONNA [Approfondimento]

    All'inizio del XVIII secolo si diffondono le prime storie miracolose nel luogo ove un devoto cristiano ha fatto dipingere l'immagine della Beata Vergine su un capitello di strada, scrivendoci sotto "A Maria".

    La modesta chiesetta sorge proprio in quel punto, opera del marchese Don Ercole Pallavicini, Arciprete di Pieve di Cusignano dal 1734 al 1769, come rendimento di grazie per essere completamente guarito da una grave malattia dopo tre giorni consecutivi di pellegrinaggio a Monte Manulo.

    Il culto alla Vergine Celeste è ancor tutt'oggi molto radicato e la chiesetta è meta di frequenti pellegrinaggi, con festa grande il giorno dell'Assunzione (15 Agosto).
Dal Santuario ritorni sulla strada principale e prosegui a sinistra per Pieve Cusignano.
  • PIEVE CUSIGNANO [Approfondimento]

    Antichissima pieve (dal latino plebs) all'inizio della val Parola, ove si trovano reperti di insediamenti neolitici.

    Custodisce importanti strutture del periodo feudale: le case torri. Una terra che visse per secoli la presenza dei Templari, impegnati nella difesa dei valori cristiani del territorio.

    Nel 2005 Pieve ha celebrato la Festa del millennio, certificata da un'antichissima pergamena del 1005, documento in cui si parla di un arciprete, parroco della chiesa dedicata a San Giovanni Battista.
  • LA CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA [Approfondimento]

    L'attuale struttura rivela, seppur velata sotto i ripetuti rifacimenti, la pianta originale che si articola in tre navate, terminate da volte in cotto, che poggiano su grossi pilastri.

    Otto di questi sono stati riportati alle linee originali, con la completa asportazione delle pareti settecentesche che le occultavano.

    Il restauro ha riportato in luce alcune colonne tonde composte di pietre spaccate di fiume, sormontate da capitelli ricostruiti in cotto.
  • LE CASE TORRI [Approfondimento]

    Caratteristici insediamenti rurali con funzioni anche di difesa, sorte con il cessare delle invasioni barbariche, quando i contadini, che per secoli avevano trovato rifugio in borghi fortificati, riprendono a vivere nelle campagne. Si sviluppano in verticale, da qui l'appellativo, con tipologie uniformi, codificate dai Pallavicino, signori del luogo.

    Pianta quadrangolare con dimensioni costanti: 3,50 x 3,50 oppure 6,00 x 6,00 metri, si ergono su tre o quattro livelli, ciascuno ad un solo vano: al piano terra il ricovero degli animali e degli attrezzi, al secondo livello il magazzino con le granaglie, al terzo l'abitazione, in sommità la "colombaia", con la duplice funzione di osservatorio e di allevamento dei volatili, importante riserva di cibo nei casi di emergenza Realizzate con murature di pietra a secco, più recentemente anche con mattoni prodotti "in loco" da piccole fornaci, pavimenti e tetto in legno locale di noce o di quercia.

    Si sale di piano in piano con scale a pioli, ritirate ogni sera o in caso di pericolo. Al piano terreno solo feritoie, ai piani superiori piccole finestre. La casa-torre nei territori Pallavicino risponde quindi simultaneamente a due diverse esigenze: integra il sistema di avvistamento e difensivo dei castelli del sale:(Tabiano, Bargone, Gallinella, Contignaco, Scipione), affidandone la gestione alla popolazione, che comunica con il metodo dei fuochi e degli specchi.

    fornisce una abitazione relativamente sicura alla singola famiglia. L'epoca d'oro va dal XII al XIV secolo; in seguito la tipologia non è più funzionale alle nuove strategie belliche; è meno rischioso vivere nelle campagne, le coltivazioni si intensificano, occorrono nuove strutture: la torre viene inglobata da edifici di tipo orizzontale, come le logge ed i portali ad arco.
Da Pieve Cusignano prosegui verso Santa Maria del Gisuolo e di qui all'Antico Borgo di Tabiano Castello.
VARIANTE SEROTINA
Dall'Antico Borgo di Tabiano scendi lungo la strada che in direzione Est porta a Fidenza. Al bivio volta a destra; superata Santa Maria del Giusuolo, a destra ancora direzione Pieve Cusignano; sali a Monte Manulo per godere il tramonto. Ridiscendi sulla provinciale, direzione San Vittore, fino al Bivio a sinistra per Case Mezzadri. Qui puoi cenare all' Osteria della Bruschetta
Scendi fino al fondovalle; superato il torrente gira a sinistra sulla SP 54, salendo fino a San Vittore; prosegui per meno due Km; giunto ad una curva verso sinistra, (attenzione!) prendi dritto in salita su piccola strada, che fra boschi e campi coltivati ti porta direttamente all'Antico Borgo.