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LUNGO LA VIA FRANCIGENA
Borgo San Donnino, Cabriolo, Fornovo, Pieve di Bardone, Ravarano, Berceto

Per secoli migliaia di pellegrini hanno percorso la Via Francigena che da Canterbury in Inghilterra conduceva a Roma, capitale della cristianità. Oggi di quell'antico tracciato è possibile ripercorrere alcuni tratti, partendo dalla Cattedrale Medioevale di Fidenza, fino al valico della Cisa; Un itinerario che si snoda fra antiche pievi, castelli ed altre importanti testimonianze dell'architettura romanica. Un percorso affascinante anche per rivivere lo slancio di uomini in cammino per mesi e mesi sospinti dall'ardore, dalla fede e dal fascino dell'ignoto.
Km. 140 - Tempo di percorrenza: 3.30 - 4 ore, escluse le soste.
  • LA VIA FRANCIGENA [Approfondimento]

    Alla fine del primo millennio sono già diffusi i pellegrinaggi verso luoghi sacri da parte di ecclesiastici, mercanti, penitenti; la meta più ambita è la tomba degli Apostoli a Roma, ma non pochi ardimentosi si spingono fino a Gerusalemme.

    Particolare significato assume il pellegrinaggio a Santiago di Compostella, dove la tradizione vuole si trovino le spoglie dell'apostolo Giacomo, ma anche perché si pensa che proprio lì, ai confini con l'Atlantico, finisca la terra.

    I pellegrini camminano a piedi lungo le poche e malsicure vie dell'epoca: saio, mantello, basone con zucca per borraccia, cappello a latghe falde. Il loro continuo aumento porta ad itinerari sempre meglio identificati e sempre meglio attrezzati in termini di accoglienza.

    La Via Francigena o Via Romea, è senza dubbio uno degli itinerari più antichi, noto già alla fine del X secolo attraverso un quaderno di viaggio dall'Arcivescovo di Canterbury, Sigerico (990-994).

    Partendo dalla lontana Cattedrale britannica attraversa tutta la Francia da Nord Ovest a Sud Est, supera il Gran San Bernardo, entra in Italia attraverso la val d'Aosta, passa da Pavia e Piacenza e raggiunge Borgo San Donnino (Fidenza), Dalla sua cattedrale inizia il principale itinerario appenninico, il più agevole, frequentato non solo da pellegrini, ma anche da eserciti in arme, ponte tra la mitteleuropa e i luoghi della cristianità.
  • UNA PROPOSTA [Approfondimento]

    Ti propongo di seguire un breve tratto di questa via, dalla Cattedrale di Borgo San Donnino fino al valico della Cisa, in territorio Parmense, lasciando alla immaginazione del lettore l'ulteriore percorso attraverso la Lunigiana fino al mar Tirreno e di qui, nel bel mezzo della Toscana e dell'alto Lazio, fino alla città Eterna.

    Un itinerario di 82 Km, che puoi percorre in auto, ma anche in bicicletta ed a cavallo, (se lo desideri alcuni tratti a piedi) attraverso Fornovo, monte Bardone, Ravarano, Berceto, scoprendo chiese e conventi ed altre importanti testimonianze del romanico padano, augurandoti di rivivere, percorrendolo, le emozioni dei pellegrini di un tempo.
Scendi dall'Antico Borgo a Tabiano Bagni, gira a destra per Fidenza fino all'ingresso della città: alla circonvallazione gira a sinistra direzione Piacenza; poi a destra seguendo le indicazioni cattedrale.
  • FIDENZA - BORGO SAN DONNINO [Approfondimento]

    Insediamento romano lungo la storica Via Emilia, a mezza via tra Parma e Piacenza, costeggiata a sud dalle prime colline appenniniche. Per la sua posizione diviene un importante centro commerciale, tanto che nel 41 a.C. Ottaviano la eleva a rango di municipio, battezzandola Fidentia Julia.

    Più volte invasa dai barbari, distrutta nel V secolo. Con Carlo Magno il piccolo Borgo torna a nuova vita e prende il nome di martire San Donnino, mantenendolo per oltre mille anni fino al 1927, quando Mussolini decreta il ritorno all'antico nome romano. Oggi, per non fare torto a nessuno, sulle indicazioni cittadine si legge: Fidenza - Borgo San Donnino.

    Con il crescere della sua importanza strategica lungo l'antica Via Emilia e come punto cruciale della Via Francigena, il Borgo è per secoli oggetto di aspre contese tra Parma e Piacenza. Per sopravvivere, non si può che essere ghibellino, sotto la tutela dell'Imperatore e dei Pallavicino.

    Una storia contraddistinta da assedi, distruzioni e ricostruzioni: conquistato nel 1199, liberato nel 1221 da Federico II, nuovamente distrutto dai Parmigiani nel 1268. Dominio dei Visconti dal 1336 al 1447, poi degli Sforza fino all'avvento dei Farnese, che lo inglobano nel loro Ducato. Decisivo l'impegno di Maria Luigia D'Austria, che fa costruire un nuovo ponte sullo Stirone e la strada per Tabiano Bagni. Annesso al Regno Sabaudo nel 1859, elegge Giuseppe Verdi come primo deputato.

    Sul piano religioso Borgo San Donnino diviene Diocesi indipendente soltanto nel 1601, con una giurisdizione che ricalca il territorio dello Stato Pallavicino. Quasi completamente rasa al suolo dai bombardamenti americani del 2 e 13 maggio 1944, riprende ben presto vita. L'antichissima rocca, pur gravemente danneggiata, sopravvive alla furia bellica, ma non al volere del primo cittadino, che sostiruisce lo storico edificio con un insulso palazzo.

    Da centro agro-alimentare di un tempo diviene importante polo industriale, con un imponente Outlet all'uscita dell'autostrada A1, meta giornaliera di migliaia di turisti.
  • LA CATTEDRALE [Approfondimento]

    Uno dei più importanti monumenti dell'architettura medioevale del Nord Italia, nota per le sculture del grande Benedetto Antelami. Costruita tra il XII e il XIII secolo in stile romanico, proprio nel punto in cui, secondo la leggenda, Donnino, uomo di fiducia dell'imperatore Massimiliano, nel 296 venne decapitato all'ingresso della città, perché cristiano. La leggenda vuole che Donnino abbia raccolto la testa e fatto alcuni passi prima di cadere nel luogo ove oggi sorge la cattedrale.

    Si erge in composta armonia, anche se la parte superiore è incompiuta, sovrastata ai due lati da due campanili, unica fra tutte le cattedrali romaniche. Un altro campanile si trova a fianco dell'abside. Due leoni marmorei fanno da guardia all'ingresso: l'uno fissa il sole appena sorto, pronto al balzo, come a simboleggiare il Cristo risorto; l'altro accovacciato e volto al tramonto, rappresenta la morte.

    La parte inferiore è coperta da bassorilievi e statue dell'Antelami e della sua scuola, che narrano la storia di Donnino e del suo martirio.

    Portone Centrale
    Lungo il grande arco si susseguono bassorilievi con Profeti e Apostoli. Sul lato sinistro, Abramo con le anime dei giusti; sull'altro lato il diavolo che tormenta Giobbe; sui capitelli la vita della vergine e dei quattro evangelisti.

    Portale Sinistro
    Nel grande arco sono scolpiti animali e simboli delle opere di misericordia corporali e spirituali. Nella lunetta, la Vergine con il bambino, venerati da due schiere di personaggi.

    Portale destro
    Al vertice la statua di San Raimondino, umile pellegrino morto nel 1200. Sull'arco esterno sculture di animali che richiamano i sette peccati capitali. Alla base della volta due opere dell'Antelami di straordinaria fattura: Ercole con il leone, Nemeo e il grifo che artiglia il cervo, allegoria dei rapporti tra il Borgo e il potere imperiale.

    Sulla colonna mistica
    È collocata la statua dell'Apostolo Simone, che indica ai pellegrini la via per raggiungere Roma. E' sostenuta da un capitello nel quale sono scolpiti i profeti Daniele e Abacuc.

    Statue laterali
    Re David e Profeta Ezechiele rappresentano uno dei momenti più intensi dell'Antelami, che si evidenzia nei volti contornati da una folta barba ed i lunghi capelli, nella maestosità delle figure, nel gioco complesso ma sobrio delle pieghe degli abiti.

    Torre Destra
    La torre di destra, detta del Trabucco dal nome dell'omonima unità di misura lombarda incisa alla sua base, è ornata lateralmente da fasce di sculture con scene di caccia ed episodi riferibili alla crociata in terra Santa. Enigmatica l'immagine di una donna con due aste in mano, battezzata dal popolo "La Berta che Fila".

    Torre Sinistra
    Detta del "Folletto" o delle "Cicogne"; sono presenti due formelle in basso rilievo: il Re Erode ed il viaggio dei tre Re Magi.

    All'interno
    Tre navate con due imponenti matronei ai lati superiori della navata centrale. Nella navata destra una cappella quattrocentesca con la fonte battesimale. Gli affreschi sono andati perduti quando nel secolo XVII venne tolta calce applicata alle pareti per evitare il contagio della peste; rimane solo il viso di un prelato nella zona dell'abside.

    La Cripta
    Sotto l'altare maggiore, nel luogo dove sono deposti i resti di San Donnino. Di fronte all'altare una stupenda Madonna col Bambino di Benedetto Antelami.
  • PONTE ROMANO [Approfondimento]

    Nei pressi della Cattedrale si trovano i resti dell'Antica Fidentia Julia; da notare il ponte, databile al primo secolo d.C.: un arco a tutto sesto e l'imposta di un secondo, realizzati in blocchi di tufo piacentino.
  • TORRE MEDIOEVALE [Approfondimento]

    Costruita nella seconda metà del XIV secolo, svetta sul lato nord-est di piazza del Duomo.. Nel 1575 viene inglobata nella fortificazione Farnesiana del Borgo, di cui rimane l'ultimo resto. Particolare la merlatura del torrione, per tre quarti di fattura ghibellina, guelfa per il restante quarto.
Dalla cattedrale, superata la città, prendi la strada per Tabiano Bagni, ma poco dopo svolta a sinistra per raggiunge l'antica Chiesa di Cabriolo, prima meta dei pellegrini.
  • CABRIOLO - CHIESA DI S.THOMAS BECKET [Approfondimento]

    Sorta inizialmente nell'XI secolo come cappella dei Cavalieri Templari, con a fianco una residenza per accogliere i pellegrini lungo la via Francigena. L'abside risale al XII - XIII secolo, la navata e la facciata alla prima metà del XV secolo.

    Nel 1309, con lo scioglimento dell'ordine dei Templari, la chiesa viene data alle fiamme assieme all'ospedale, ma intorno alla metà del 1300 è ricostruita e affrescata dai Gerosolomitani.

    L'abside, in mattoni, è scandita da sette archi ciechi e lesene, illuminata da tre piccole finestre in cotto: quella centrale, riaperta nel 1954, è originale, le laterali sono state aggiunte nella stessa occasione. A fianco dell'abside sorge il campanile; la base quattrocentesca è stata rialzata nel 1822 ed ancora nel 1928 con la costruzione della cella campanaria.

    Degna di nota è la fascia affrescata sul lato sinistro della Chiesa, databile alla prima metà del Quattrocento.

    L'affresco rappresenta la Trinità, l'arcangelo Michele che pesa le anime, la Crocifssione, alcuni santi e due committenti dell'affresco inginocchiati. La Trinità è raffigurata come tre persone uguali che si apprestano a consumare un pasto, secondo l'episodio biblico del Signore che visita Abramo nel deserto.

    Raffigurazione assai rara in occidente, usuale nella cultura bizantina, ove diviene il modello per le raffigurazioni della Trinità in area ortodossa.

    A fianco della chiesetta rimangono le vestigia dell'antico ospedale templare per i pellegrini, sorto nel XII secolo e in funzione sino al XV secolo. Al suo interno sono ancora visibili il refettorio ed un piccolo salotto contiguo.
Dalla Chiesa ritorna per mezzo chilometro verso Fidenza, svolta subito a destra in direzione Santa Margherita, poi Borghetto, a sinistra fino alla confluenza con la SP 357, gira a destra, supera Medesano, prosegui in direzione Fornovo.
  • FORNOVO TARO [Approfondimento]

    Situato sulla SS62 della Cisa, ai piedi della salita che conduce a Berceto, punto di raccordo tra la pianura padana e la Lunigiana, ove si dipartono le strade provinciali per la Val Taro e la Val Ceno. Municipio Romano (Forum Novum), in età medievale passaggio obbligato per la via Franchigena.
  • PIEVE DI SANTA MARIA ASSUNTA [Approfondimento]

    Nel nucleo antico del paese sorge la parrocchiale di S. Maria Assunta, una della più importanti tra le pievi romaniche del territorio parmense, documentata già nel 854 e ricostruita nell'XI secolo, utilizzando anche materiale di recupero romano.

    La facciata a capanna, nella sua semplicità evidenzia pregevoli pezzi scultorei di scuola antelamica, con animali fantastici e figure umane di straordinario vigore espressivo, in particolare le scene raffiguranti l'Inferno e i vizi capitali.

    Un atrio coperto da volte su pilastri dai capitelli figuranti, primitivo nartece dell'edificio precede il corpo centrale della chiesa, con tre navate scandite da pesanti colonne in pietra di fiume e cotto.

    All'interno degna di nota la lastra marmorea duecentesca che raffigura le Storie di S. Margherita, utilizzata come paliotto d'altare, anch'essa di stampo antelamico.
Lasciata Fornovo, in direzione Sud, sulla statale SS 62 della Cisa, dopo circa 1,5 Km, devia a sinistra, ancor prima del bivio per la provinciale fondovalle TaroSali nel bel mezzo della Riserva Naturale del Monte Prinzera, che svetta sulla destra con le sue rocce nere, in direzione Bardone, che raggiungi dopo circa 10 Km.
  • PIEVE DI BARDONE [Approfondimento]

    Dedicata a Santa Maria Assunta, citata in documenti del 1005; recenti scavi hanno messo in luce i resti di un edificio preesistente del VII secolo.

    L'impianto attuale risale XVI e XVII secolo, con una semplice aula absidata e cappelle laterali.

    Di questo periodo rimangono, una croce astile in rame, due angioletti lignei e alcuni paramenti.

    I lavori di restauro, inaugurati nel maggio 2000, hanno cercato di evidenziare le complesse vicende architettoniche dell'edificio, senza alterarne l'assetto unitario.

    Sul lato destro, preceduto da un prato cintato, si apre un portale in arenaria, con una lunetta che raffigura figura una Madonna con Bambino e un Santo.

    All'interno si evidenziano numerose sculture di scuola antelamica che risalgono al XII e XIII secolo: la Deposizione dalla Croce costituisce la principale attrattiva della chiesa; l'anonimo scultore tratta il tema in chiave rustica, corposa, concreta, simile allo stile delle Storie di Santa Margherita della Pieve di Fornovo, affidando a Giuseppe D'Arimatea due grosse tenaglie da fabbro per staccare il corpo di Cristo dalla Croce.

    Probabilmente la stessa mano ha scolpito il Cristo Benedicente tra i simboli dei quattro Evangelisti.
Lasciata Bardone, prosegui per pochi Km fino a Terenzo
  • TERENZO [Approfondimento]

    Di origine romana; notizie nel 948, su un privilegio di re Lotario. Distrutto da una frana nel 1294, subito riedificato. Importante nodo viario e strategico lungo la via Franchigena. Per lungo tempo sotto il controllo diretto dell'impero, dal 1805 appartiene lla famiglia Boiardi.

    La nuova strada della Cisa, nel XIX secolo, ha isolato la località dal grande traffico, consentendole di mantenere intatte le caratteristiche dei tempi antichi, con il suo nucleo abitativo di origine tardo-medievale.

    La chiesa, ricostruita nel 1700, conserva dipinti del Sacro Cuore di Giuseppe Peroni, della Madonna col bambino e San Bonaventura (sec. XVIII), la tela di S. Stefano e due paramenti del Seicento.
Per arrivare a Berceto puoi scegliere fra due direttrici, entrambe di grande interesse paesaggistico: Raggiungi la statale n. 62 del Passo della Cisa, posta sul crinale, che consente di spaziare a tutt'orizzonte: a sinistra verso la valle del Baganza, con la vista di numerosi e arditi spuntoni di pietra arenaria, detti i "Salti del Diavolo" e sulla destra sulle valli del Taro e del Ceno, fino ad intravedere la famosa rocca di Gusaliggio in Val Mozzola; si attraversa anche Cassio, stazione mportante della via Romea. Scendi a Calestano e risali la valle del Baganza fino a Berceto.
  • CALESTANO [Approfondimento]

    Insediamenti nella zona diacono, con data 20 marzo 1028. Nel 1249 il comune di Parma dona ad Alberto Fieschi di Lavagna il territorio circostante, fino a Marzolara.

    Nel 1313 Ottobuono e Luca Fieschi ottengono dall'imperatore Enrico VII l'investitura dei loro domini, fra i quali la Val Baganza. Nel 1371 i Visconti fortificano il preesistente castello, ma di questo oggi non resta nulla.

    Il Palazzo Coruzzi, oggi Barbieri, è l'unico edificio di rilievo storico- astistico. Si trova nel borgo omonimo all'angolo con via Maschi e vi si accede attraverso un portale in arenaria. La corte è sovrastata da un edificio a tre ordini di logge, con pilastri quadrati e capitelli dorici.

    Poco distante sorge la Parrocchiale di S. Lorenzo Martire. Sparsi nel borgo, si possono anche vedere interessanti esempi di architettura montana.
Da Calestano prendi una strada molto panoramica, con alla destra il fiume Baganza, e sali per alcuni chilometri fino a Ravarano
  • CASTELLO DI RAVARANO [Approfondimento]

    A picco sul torrente Baganza, ancora ben conservato, domina l'antica via che da Fornovo giunge a Berceto. Edificato prima del XIII secolo a difesa dagli attacchi della vicina Lunigiana, appartiene originariamente al comune di Parma, che lo vende a Pelavicino Pallavicino nel 1214.

    Distrutto dall'esercito comunale nel 1267, ritorna a Manfredino, figlio di Uberto il Grande, che lo ricostruisce nel 1315.

    Rimane ai Pallavicino, ramo di Ravarano, fino al 1687, quando perviene ai Boscoli, che lo permutano con Berceto nel 1707. In seguito passa nelle mani di vari propietari.
Da Ravarano continua per Berceto (una quindicina di chilometri), lungo una strada panoramica, a mezza costa, con a sinistra il Baganza e a destra la catena dei monti Cavalcalupo e Cervellino.
  • BERCETO [Approfondimento]

    Nei primi anni del VIII secolo il re longobardo Liutprando fa costruire un monastero. Nei secoli successivi i à al centro di aspre contese che portano al succedersi Rossi, Da Correggio, Fieschi, Della Scala.

    Alla fine il feudo rimane ai Rossi, che restano signori incontrastati fino al 1666, quando lo cedono per debiti alla Camera Ducale.

    Il nucleo più antico del Borgo conserva un interessante repertorio degli stili architettonici della montagna parmense.

    Duomo
    Originario del XII secolo, con rifacimenti del XV e XIX. Interessanti le sculture preantelamiche fra le quali spicca la lunetta del portale.
  • PER CHI AMA VIAGGIARE TRA I MONTI [Approfondimento]

    Da Berceto sali al Passo della Cisa, scendi a Pontremoli. Poco prima dell'antica città gira a destra, risali al Passo del Brattello e scendi a Borgo Val di Taro, proseguendo fino all'A15 dove ti ricongiungi all'itinerario principale.

    Consiglio una deviazione per Corchia (15 Km da Berceto), raro esempio di nucleo medioevale quasi inalterato, con stretti vicoli selciati e case in pietra e tetti in lastre di arenaria.
Da Berceto puoi ritornare rapidamente all'Antico Borgo scendendo al casello dell'Autostrada A15 (5 Km.), direzione Fornovo fino al suo temine, al bivio con l'A1, girando in direzione Milano fino al casello di Fidenza; di qui direzione Tabiano. fino all'Antico Borgo