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LA CITTA' DUCALE Parma e la Reggia di Colorno
Non è possibile citare in poche righe tutti gli splendori di Parma, città ducale e ancor prima importante sede vescovile. Eccol allora un itinerario per scoprire e assaporare innanzitutto gioielli medioevali come il Duomo e il Battistero, la chiesa barocca della Steccata, il Palazzo della Pilotta con il meraviglioso teatro tutto in legno, la Biblioteca Palatina, la Galleria Nazionale. Un percorso ricco di emozioni, fra i vicoli della città dove tutti vanno in bicicletta, fino alla vicina Reggia di Colorno, fastosa dimora dei Farnese.
Km. 90 - Tempo di percorrenza: 2 ore, escluse le soste.
Dall'Antico Borgo scendi a Fidenza, prosegui lungo la Via Emilia fino a Parma.
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PARMA [Approfondimento]
Il nome deriva dalla omonima voce latina, scudo rotondo che richiama la forma della città. Di antica origine etrusca, chiamata dai Romani Augusta Parmensis. Nel medioevo si distingue come libero comune, in lotta contro gli imperatori Germanici. Celebre la distruzione della città di Vittoria, costruita da Federico II nel 1248 per assediare Parma, grazie ad una disperata sortita dei cittadini: una sconfitta che segna il declino del grande imperatore.
Dominio dei Visconti e degli Sforza, nel 1545 diviene capitale del Ducato di Parma e Piacenza, creato da Papa Paolo III Farnese per figlio Pier Luigi. Nel 1731 succedono i Borbone, che continuano l'opera dei predecessori per rendere Parma faro culturale in Europa. Dopo il breve intervallo Napoleonico, il Congresso di Vienna ristabilisce il Ducato di Parma e Piacenza, affidandolo a Maria Luigia D'Austria, che conserverà il potere fino alla sua morte nel 1847. I Borbone tornano a governare il ducato fino all'annessione all'Italia nel 1860.
Città d'Arte
Parma è una delle città più ricche d'Italia per monumenti storici ed artistici, che spaziano nell'arco di un millennio, dalla Cattedrale e dal Battistero, simboli della città, alla Chiesa di San Giovanni Evangelista, fino alla camera di San Paolo, con gli affreschi del Correggio e il palazzo della Pilotta, Santa Maria della Steccata, bellissimo edificio con absidi su ogni braccio fondato nel 1521 su progetto del Bramante, con opere di grandi artisti, in particolare il grande arco del presbiterio dipinto dal Parmigianino. Nella piazza principale, dedicata a Garibaldi, il Palazzo del Comune del XVII secolo; di fronte al Palazzo del Governatore, originario del XIII secolo, antica sede di mercanti, caratterizzato da un originale quadrante solare verticale del 1829.
Nei pressi le chiese medioevali di San Pietro Apostolo e di San Vitale.
San Francesco del Prato, quasi a ridosso della cerchia urbana, costruzione gotica del XIII secolo, trasformata in carcere cittadino.
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LA CATTEDRALE [Approfondimento]
Nel 2006 la cattedrale ha compiuto i suoi 900 anni. Fra le maggiori opere dell'architettura romanica in Italia, si caratterizza per uno stupendo frontale ed un interno molto armonico.
A destra dell'altare si ammira la stupenda Deposizione di Benedetto Antelami (fine XII secolo); posteriore di tre secoli la cupola affrescata dal Correggio, con il Cristo e la Vergine; ai fianchi della navata centrale, inserite nei matronei, si trovano episodi della vita di Cristo e del Vecchio Testamento dipinti dal Gambara e dal Bedoli.
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IL BATTISTERO [Approfondimento]
A fianco della cattedrale, imponente monumento ottagonale, segna il passaggio dal romanico al gotico. Commissionato a Benedetto Antelami nel 1196, giunto al secondo ordine di logge nel 1216, ma terminato solo nel 1270 causa le difficoltà di reperire il prezioso marmo rosa di verona.
L'esterno è costruito da un complesso di pieni e vuoti, con ben 4 ordini di logge; alla base, sul lato del piazzale, tre portali con archi a tutto sesto, con raffigurazioni scultoree dell'Antelami e della sua scuola. (Adorazione Magi, Giudizio Universale, Leggenda di Barlaam). Sempre all'esterno sono allineate settantacinque formelle scolpite con animali, sirene e segni dello zodiaco.
All'interno 16 arcate, ciascuna delle quali contiente dipinti del XIII e XIV secolo. Mirabili per valore artistico e storico gli altorilievi che raffigurano i mesi e le stagioni, opera principale dell'Antelami, ove l'accurata descrizione dei lavori agricoli, con figure umane, attrezi, piante si associa ad una rara potenza evocativa.
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PALAZZO EPISCOPALE [Approfondimento]
La costruzione iniziò nel 1055 su ordine del vescovo Cadalo, all'epoca situata all'esterno delle mura cittadine.
Subisce numerose modifiche, ma ancora oggi sono visibili gli elementi medievali e rinascimentali.
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PALAZZO DELLA PILOTTA [Approfondimento]
Imponente edificio sulla destra del torrente Parma, iniziato da Ottavio Farnese nel 1583 come luogo di servizio della corte annesso al Palazzo Ducale e terminato nel 1611. Il suo nome deriva da "Pelota", gioco basco praticato in uno dei cortili del palazzo. Diviene ben presto luogo di svago e sede della grande collezione d'arte dei Farnese, traslocata purtroppo in gran parte dai Borbone al Museo di Capodimonte di Napoli, ma ospita ancor oggi la Biblioteca Palatina, la Galleria Nazionale, il Museo Bodoniano.
All'interno anche lo stupendo Teatro Farnese, opera lignea di Giovanni Battista Aleotti, raro esempio di soluzioni sceniche, dalle macchine per lo spostamento dall'alto di personaggi al sistema per l'allargamento della cavea. Quasi completamente distrutto dai bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale, viene ricostruito secondo i disegni originali.
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PALAZZO DEL GIARDINO [Approfondimento]
All'interno del Parco Ducale, commissionato nel 1561 da Ottavio Farnese; caratteristico il suo color "giallo Parma" delle sue facciate, di epoca Borbonica.
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OLTRETORRENTE [Approfondimento]
Detto anche Parma Vecchia. Merita una visita e uno sguardo d'insieme, soffermandosi su Santa Maria delle Grazie e l'Ospedale Vecchio.
Creato nel 1250, ricostruito tra il XV e il XVI secolo, all'interno l'Oratorio di Sant'Ilario, oggi sede degli Archivi di Stato e della Biblioteca Comunale.
Ed ancora Santa Maria del Quartiere (1619), a forma di prisma esagonale, con uno spazio interiore centrale dominato da una grande cupola con magnifici affreschi di Pier Antonio Bernabei.
Infine, la duecentesca Santa Croce, prima tappa tra le chiese arcipresbiteriane della Strada Romea.
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ABBAZIA CISTERCENSE DI VALSERENA [Approfondimento]
Poco fuori dalla città, conosciuta come la Certosa di Parma che ispirò Stendhal nel celebre romanzo. Costruita alla fine del XIII secolo, comprende una chiesa a croce latina in stile gotico lombardo e un presbiterio arricchito da affreschi del Baglione.
Da Parma; prendi a sinistra la strada per Colorno, che raggiungi dopo pochi Km.
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LA REGGIA DI COLORNO [Approfondimento]
Consiglio una visita accurata, che può richiedere una intera mezza giornata. Puoi abbinarla alla visita di Parma, che dista una decina di chilometri. Puoi includerla, all'andata oppure al ritorno, nell'itinerario di visita per la Reggia di Sabbioneta e per Mantova, trovandosi sulla stessa direttrice.
La Storia
Struttura architettonica monumentale, con oltre 400 sale, corti e cortili, affacciata sul fiume Parma, il meraviglioso giardino alla francese, oggi ospita mostre temporanee e manifestazioni culturali. Affascinanti gli appartamenti del Duca e della Duchessa, la Sala Grande, la neoclassica Cappella di San Liborio, con le tele di celebri artisti e l'organo Serassi, utilizzato nell'annuale Stagione Concertistica; l'appartamento nuovo del Duca Ferdinando e l'Osservatorio Astronomico, la scuola internazionale di cucina La prima Rocca viene costruita intorno al XIII secolo, appartiene nel medioevo a nobili famiglie, quali i da Correggio e i Terzi. Raggiunge grande splendore con la colta e amabile Barbara Sanseverino, che nel secolo XVI trasforma la rocca in dimora signorile e rende il Palazzo sede di una raffinata vita di corte, raccogliendovi dipinti di Tiziano, Giulio Romano, Correggio, Mantegna e Raffaello. Nel 1612, in seguito alla decapitazione e alla confisca dei beni della Contessa Barbara Sanseverino, la rocca passa a Ranuccio I Farnese.
Nel 1660 Ranuccio II inizia i grandi lavori che conferiscono l'attuale aspetto di residenza barocca, in buona parte su progetti del Galli Bibiena. Ai Farnese succedono i Borbone. La sera del 17 ottobre 1732 il diciasettenne Don Carlos, giunto dalla Spagna, fa il suo ingresso nel giardino Ducale, che si presenta in tutta la sua magnificenza, illuminato a giorno, animato da suonatori, cantanti, apparati di macchine a sorpresa e fuochi artificiali. Dal 1750, durante il regno di don Filippo di Borbone lavorano al palazzo l'architetto Petitot e lo scultore Boudard, mentre il Teatro di Corte ospita compagnie francesi e italiane, tra cui quella del grande commediografo Carlo Goldoni. Al Congresso di Vienna nel 1815 il Palazzo viene dichiarato "Imperiale" e assegnato a Maria Luigia, moglie di Napoleone. Nel trentennio del suo ottimo governo la Duchessa restaura il palazzo e trasforma il giardino all'inglese. Nel 1847, alla sua morte tornarono i Borbone, con Carlo III e la moglie, Luisa Maria du Berry, che regnano fino al 1859, quando il Ducato viene annesso all'Italia.
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SAN LIBORIO [Approfondimento]
Merita una particolare attenzione la Cappella di San Liborio, fatta costruire sull'area di un preesistente oratorio da Francesco Farnese nel 1722. Il progetto di creare una grande cappella di corte viene concretizzato dal duca Ferdinando di Borbone, che promuove l'edificazione di una grande chiesa affidata ai Domenicani.
Consacrata nel 1777, la facciata è rivolta verso la Reggia: alcuni anni più tardi lo stesso Ferdinando decide di riorientare l'edificio, rivolgendone la facciata verso la strada pubblica, per agevolare l'accesso della popolazione. La nuova chiesa viene consacrata nel 1792, è collegata da un lungo camminamento al convento dei Domenicani e all'appartamento del Duca.
San Liborio rappresenta un raro esempio di perfetta integrazione tra struttura architettonica, ornamenti ed arredo e costituisce una preziosa testimonianza dello stato delle arti nel Ducato di Parma alla fine del XVIII secolo. L'elemento di maggior pregio è costituito dall'arredo ligneo del coro, eseguito probabilmente su disegno di Petitot nel 1776-77.
Contemporanei sono il pulpito (1779), il complesso ligneo della sagrestia (1793), oltre alle cantorie e alla tribuna ducale nella controfacciata. Le tele e gli affreschi di San Liborio rimandano a personaggi di spicco dell'Accademia di Belle Arti di Parma, quali Domenico Muzzi, Antonio Bresciani, autore anche degli affreschi nelle sale dell'appartamento privato del duca Ferdinando, e Giuseppe Baldrighi, primo pittore di corte.
La chiesa possiede uno dei più interessanti e pregevoli organi oggi esistenti. Strumento eccezionale per dimensioni e caratteristiche sonore, costruito dai Fratelli Serassi di Bergamo tra il 1792 e il 1796. Per le rassegne concertistiche nel mese di settembre, la cappella dispone anche di due clavicembali di Albertino Vanini e uno spinettone italiano di Bartolomeo Formentelli.
La Reggia, costruita quale residenza estiva di Francesco Farnese, poi dimora prediletta di Don Filippo di Borbone e della moglie Louise Elisabeth, figlia di Luigi XV di Francia, che la rinnova e l'arreda sul nobile modello di Versailles, e ancora abitata da Maria Luigia d'Austria fino alla met? dell'Ottocento, è stata inaugurata come attrezzata sede di esposizioni di prestigio internazionale nel 1995, con la mostra dedicata al collezionismo farnesiano.
Un complesso e lungo progetto di restauro, a cui hanno concorso Provincia, Regione e Ministero dei Beni Culturali tramite le Soprintendenze competenti, ha salvato lo stabile da uno stato di assoluta fatiscenza, ne ha adeguato gli standard di sede espositiva, ma sopratutto ha consentito di riscoprirne il fascino di regale dimora settecentesca.
Il restauro e la riapertura al pubblico del giardino storico della Reggia ha permesso di allestire annualmente la Mostra dei Fiori "Nel Segno del Giglio", importante esposizione florovivaistica a livello nazionale, che registra la presenza dei più prestigiosi operatori del settore. In un'ala vi trovano sede la Scuola Internazionale di Cucina Italiana (ALMA) e l'Universit? di Scienze Gastronomiche.
Riprendi la direzione Parma, andando a visitare la città, oppure torna direttamente all'Antico Borgo prendendo l'A1 al casello in direzione Nord, uscendo a Fidenza; di qui all'Antico Borgo.
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